La Storia e Lo Standard del Cane Corso Italiano


Il Cane Corso Italiano nei Secoli, breve storia della Razza

Il Cane Corso Italiano e il Mastino Napoletano, discendono direttamente dal Canis Pugnax, un cane selezionato ai tempi dell’Impero Romano sia come guardiano delle ville patrizie sia come animale da utilizzare in guerra o ncave canemei giochi di guerra molto in voga all’epoca. L’idea del cane da guardia all’epoca era abbastanza “spicciola”: aspetto inquietante e una mole tale da non poter essere spostato una volta che l’animale avesse bloccato il malintenzionato. Per i cani da guerra, invece, si prediligeva una linea meno massiccia e più adatta agli spostamenti, che all’epoca avvenivano, ovvia
mente, a piedi. L’Impero Romano ha sempre riservato una particolare attenzione alla selezione canina, tanto da avere una figura di Procurator  destinata alla selezione e riproduzione dei cani, ibridando tra loro le genetiche migliori recuperate nei vari angoli dello allora sterminato Impero Romano. Questo antenato del Cane Corso Italiano, quindi, lavorava già al fianco dell’uomo come guardiano, soldato, gladiatore, cacciatore.


Cagna di nobil razza ed allevata
tra gli anfiteatrali allenatori,
nel bosco aspra cacciatrice,
piena d’affetto e di moine in casa,
ero chiamata Lidia,
molto fedele a Destro, mio padrone,
che a me non avrebbe preferito
il cane di Erigone,
né quello nato da cretese razza,
che seguì Cefalo e s’innalzò con lui
sino alle stelle della dea Aurora.
Non una lunga vita,
né una vecchiezza inutil mi consunse,
come avvenne del cane di Dulichio :
son morta sotto i denti fulminanti
d’un cinghiale schiumoso
dalla corporatura tanto grande,
quale fu il tuo, Calidone,
o quale il tuo, bosco d’Erimanto.
Sebbene tratta in tempo prematuro
al soggiorno dell’ombre sotterranee,
non mi lamento: non avrei potuto
morire di morte più onorata.

Marco Valerio Marziale, Epitaffio per la fedele Lidia, 97 d.C. 


Nel Medioevo, dopo la caduta dell’Impero Romano, resta viva la tradizione di utilizzare i cani come compagni d’armi e di caccia. In particolare nel bacino del Mediterraneo, ricco di selvaggina “combattiva” come cinghiali, orsi e lupi, era indispensabile un cane dalle caratteristiche ben precise: coraggio, forza, resistenza. Nel contempo, anche le persone meno abbienti, alle quali l’attività di caccia era preclusa, iniziarono ad apprezzare le doti di questi cani, che spesso venivano donati loro dai latifondisti e dai concedenti; essi infatti cedevano di buon grado un cane da guardia ai mezzadri, tutelando così indirettamente anche i propri interessi.

Anche gli eserciti continuavano a farne largo uso,in particolare per la difesa personale delle autorità, come possiamo leggere in una cronaca dell’assedio di Cagli (PU) da parte di Federico II. Ancora oggi la famiglia del capitano porta il cognome di Mastini.

“…mentre Federico stava col suo campo intorno a Cagli, un suo capitano allontanatosi alquanto fu assalito da gran turba di contadini dalle prossime montagne discesi, da cui, dopo gagliarda resistenza venne egli malamente ferito e da’ suoi soldati ancora abbandonato: onde, benché si trovasse infine libero dalla furia dei villani, ad ogni modo dalla copia di sangue che gli usciva dalle ferite, rimase per via giacente in terra più morto che vivo e non avendo chi gli desse aiuto un cane Mastino che seco avesse, lasciando il padrone se ne corse insanguinato nel campo, dove facendo dolorosi ululi e particolarmente avanti il padiglione dell’imperatore, questi diede ordine di osservare gli andamenti di quello e dietro lui si prendesse il cammino, il quale ritornando al luogo del suo padrone, lo fece quivi ritrovare quasi semivivo e così levato da terra venne poi condotto al campo, dove fu curato ed ebbe da Federico il dominio sopra gli stessi villani che l’avevano combattuto e sopra quei castelli, donde esse erano, imponendogli che da quel cane da cui aveva ricevuta la vita, prendesse il cognome e l’arme …..”


Largamente utilizzati dai Briganti nel meridione, il Cane Corso ha però dovuto fare i conti con la riforma agraria e l’abbandono delle campagne, arrivando a scomparire quasi completamente.

Tuttavia, nelle campagne del sud Italia, permanevano esemplari stranamente omogenei, nelle masserie e nelle aziende agricole, che alcuni personaggi importanti della cinofilia nazionale hanno identificato come gli ultimi discendenti del Cane Corso, iniziando quindi una lunga opera di selezione per recuperare la razza e renderla il più possibile prossima ai suoi predecessori. Dopo oltre 10 anni di lavoro, riescono ad ottenere il riconoscimento ufficiale della razza del Cane Corso Italiano.

 

Lo Standard di Razza del Cane Corso Italiano

stand

ORIGINE: Italia

DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD VALIDO UFFICIALE: 13.11.2015

UTILIZZAZIONE: Cane da utilità, polivalente.

CLASSIFICAZIONE FCI: Gruppo 2 Cani di tipo Pinscher e Schnauzer Molossoidi e Cani Bovari Svizzeri Sezione 2.1 Molossoidi tipo mastino Con prova di lavoro.

BREVI CENNI STORICI: ll Cane Corso è il discendente diretto dell’antico molosso romano. Presente nell’antichità in tutta l’Italia, si è mantenuto nel recente passato solo nelle Puglie e regioni limitrofe. Il suo nome deriva dal latino “cohors” che significa “protettore, guardiano delle masserie”.

ASPETTO GENERALE: Dalla media alla grande taglia. Robusto e vigoroso pur restando elegante. I suoi contorni netti rivelano una muscolatura potente.

PROPORZIONI IMPORTANTI: Il cane è iscritto nel rettangolo, è un poco più lungo che alto. (La lunghezza del cane è maggiore del 11% rispetto all’altezza). La lunghezza della testa raggiunge il 36% dell’altezza al garrese.

COMPORTAMENTO/CARATTERE: Guardiano della proprietà, della famiglia e del bestiame; estremamente agile e responsabile. In passato, è stato impiegato per sorvegliare il bestiame e per la caccia alla grossa selvaggina.

TESTA: Larga, tipicamente molossoide. Gli assi superiori del cranio e del muso sono leggermente convergenti, senza rughe evidenti.

REGIONE DEL CRANIO: Cranio: Largo a livello delle arcate zigomatiche, la sua larghezza è uguale alla sua lunghezza. Convesso nella parte anteriore, si appiattisce da dietro la fronte all’occipite. Il solco frontale mediano è visibile, si origina dallo stop, fino a circa la metà del cranio. Stop: Ben definito con seni frontali ben evidenti.

REGIONE DEL MUSO: Tartufo: Nero. Si accetta nella maschera grigia un tartufo della stessa tonalità della maschera. Voluminoso con grandi narici ben aperte, posizionato sullo stesso piano della canna nasale. Muso: Forte, quadrato, sensibilmente più corto del cranio, in un rapporto di circa 1 a 2. La faccia anteriore del muso è piatta; le sue facce laterali sono parallele, il muso è largo quanto lungo. Di profilo è profondo. La canna nasale è diritta. Labbra: Le labbra superiori, viste di fronte, determinano una U rovesciata al loro punto di incontro; viste di lato si presentano moderatamente pendenti. Ricoprono la mandibola determinando il profilo inferiore del muso. Mascelle/Denti: Le mascelle sono molto larghe e spesse con delle branche mandibolari curve. La dentatura mostra un leggero prognatismo, ma non più di 5mm. La chiusura a tenaglia è ammessa, ma non ricercata. Guance: Regione masseterina piena ed evidente ma non sporgente. Occhi: Sono di media grandezza, leggermente affioranti, ma mai in maniera esagerata. Si avvicinano alla forma ovale, ben distanziati tra di loro, posizionati in maniera quasi sub frontale. Le palpebre sono ben aderenti al globo oculare. L’iride è il più scuro possibile, ma in armonia col colore del mantello. Lo sguardo è vivace e attento. Orecchie: Triangolari, pendenti, di media grandezza. Larghi all’inserzione che è molto al di sopra delle arcate zigomatiche. Le orecchie sono integre.

COLLO: Robusto, muscoloso, lungo quanto la testa.

CORPO: E’ un po’ più lungo dell’altezza al garrese. Il corpo è solidamente costruito, senza essere tozzo. Garrese: Pronunciato, è più alto della groppa. Dorso: Diritto, molto muscoloso e fermo. Rene: Corto e solido. Groppa: Lunga e larga, leggermente obliqua. Torace: Torace ben sviluppato nelle tre dimensioni discende fino al livello del gomito.

CODA: Integra. Inserita piuttosto alta; molto grossa alla radice. In movimento è portata alta, ma mai in verticale o arrotolata.

ARTI ANTERIORI: Spalla: Lunga, obliqua, molto muscolosa. Braccio: Forte. Avambraccio: Diritto e molto robusto. Carpo: Elastico. Metacarpo: Elastico e leggermente flesso. Piede anteriore: Piede di gatto.

POSTERIORI: Coscia: Lunga, larga; la linea posteriore della coscia è convessa. Gamba: Asciutta, non carnosa. Ginocchio: Fermo, moderatamente angolato. Garretto: Moderatamente angolato. Metatarso: Largo, asciutto. Piede posteriore: Un po’ meno compatto dell’anteriore.

ANDATURA E MOVIMENTO: Passo allungato, trotto esteso; l’andatura preferita è il trotto.

PELLE: Abbastanza spessa e piuttosto aderente.

MANTELLO Pelo: Corto, brillante molto fitto con un leggero strato di sottopelo di tessitura vitrea. Colore: Nero, grigio piombo, grigio ardesia, grigio chiaro, fulvo chiaro; rosso cervo, fulvo scuro, color grano scuro (frumentino); (strisce su fondo fulvo o grigio di diverse sfumature); nei soggetti fulvi e tigrati la maschera nera o grigia sul muso non deve superare la linea degli occhi. Una piccola macchia bianca sul petto, sulla punta dei piedi e sulla canna nasale è accettata.

TAGLIA E PESO: Altezza al garrese: Maschi: 64 – 68 cm. Femmine: 60 – 64 cm. Con una tolleranza di 2 cm in più o in meno. Peso: Maschi: 45 – 50 kg. Femmine: 40 – 45 kg. In rapporto alla taglia.

DIFETTI: Qualsiasi deviazione da quanto sopra, deve essere considerata come un difetto, e la severità con cui questo difetto verrà penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità e a quanto può interferire sulla salute, sul benessere del cane e la sua capacità di svolgere il suo tradizionale lavoro.

DIFETTI GRAVI:  Assi superiori del cranio e del muso paralleli o troppo convergenti; convergenza delle facce laterali del muso.  Parziale depigmentazione del tartufo.  Chiusura a forbice: prognatismo oltre i 5 mm.  Coda ritta verticalmente o ad anello.  Soggetto che, al trotto, ambia costantemente.  Taglia superiore o inferiore ai limiti indicati.  Presenza di speroni.

DIFETTI DA SQUALIFICA:  Cani aggressivi o paurosi.  Ogni cane che mostra anomalie fisiche o comportamentali dovrà essere squalificato.  Divergenza degli assi cranio-facciali.  Tartufo totalmente depigmentato.  Canna nasale concava o convessa (naso Romano).  Enognatismo.  Depigmentazione parziale o totale delle palpebre; occhi gazzuoli; strabismo.  Anurismo o brachiurismo.  Pelo semilungo, raso, con frange.  Qualsiasi colore non previsto dallo standard: grandi macchie bianche. N.B.:  I maschi devono presentare due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto.  Solo quei soggetti funzionali, clinicamente sani e tipici, devono essere adibiti alla riproduzione.